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5 Segnali che il Tuo Sito Web Sta Sabotando il Tuo Business

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Hai speso tempo, soldi ed energie per costruire il tuo sito. Hai scelto i colori, magari fatto scrivere i testi da qualcuno, inserito belle immagini e… ti sei aspettato che iniziasse a lavorare per te. Ma non succede niente. Visite poche, contatti zero, clienti nemmeno l’ombra. E ti chiedi: “Perché il mio sito non funziona?”

Spoiler: non basta esserci online. Un sito web mal progettato non è solo inutile, è dannoso. È come aprire un negozio bellissimo nel deserto. Nessuno lo vede, nessuno ci entra, e se per caso qualcuno passa, scappa via. Un sito può sabotare tutto il tuo lavoro. Ti fa perdere tempo, budget e credibilità. E la parte più ironica? Più ci hai investito, più ti fa male.

Ecco i 5 segnali più evidenti che il tuo sito sta remando contro di te.

1. Le persone arrivano, ma se ne vanno subito

Hai un buon traffico? Magari hai investito in advertising, o sei riuscito a posizionarti su Google. Ma il tasso di rimbalzo è alle stelle? Male. Significa che chi arriva sul tuo sito, se ne va nel giro di pochi secondi. Non interagisce. Non clicca. Non legge. Non compra.

Colpevoli comuni:

  • Design confusionario o datato (tipo collage anni ’90)
  • Navigazione poco intuitiva (“Dove clicco? Boh.”)
  • Messaggi poco chiari e dispersivi (“Cosa vendono? Non si capisce.”)
  • Tempi di caricamento lenti (e l’utente medio ha la pazienza di un criceto caffeinomane)

La verità è che oggi l’attenzione è una moneta rara. Hai 3-5 secondi per convincere l’utente che ha trovato il posto giusto. Se non lo fai, sei fuori. Letteralmente.

2. Nessuna CTA che converta

Hai mai chiesto davvero qualcosa all’utente? O il tuo sito è una bella brochure online, statica e muta?

Una CTA efficace è come una stretta di mano sicura: guida, accompagna, chiude il cerchio. Ma troppe volte vediamo siti senza pulsanti chiari, senza inviti all’azione concreti, con moduli di contatto lunghi come un interrogatorio della polizia.

Esempio: vuoi che Marco ti contatti? Allora non scrivere “invia messaggio” con un carattere piccolo e sopratutto in grigio chiaro. Scrivi “Parliamone” in grande, con un bel bottone evidente.

Ogni pagina del tuo sito deve avere uno scopo. E uno scopo richiede un’azione. Se mancano offerte mirate, pulsanti evidenti o percorsi guidati, stai lasciando soldi sul tavolo. E lo senti quel clink clink? Sono i clienti che se ne vanno altrove.

3. Il copy sembra scritto da un robot (o da un avvocato)

Parole vuote, tecnicismi, frasi fatte. Frasi tipo “soluzioni innovative per la crescita del tuo business” che non significano nulla. Il tuo potenziale cliente legge due righe e scappa. Perché non si sente capito. Non si sente visto. Si sente preso per i fondelli.

Il punto è questo: il copy deve parlare come pensa chi legge. Deve toccare le sue paure, desideri, obiezioni. Deve spingerlo a dire: “Ecco, è proprio quello che cercavo”.

Un buon testo è come un buon venditore: ascolta prima di parlare, capisce chi ha davanti e poi colpisce dritto nel punto dolente… con delicatezza, ma anche con decisione.

Esempio pratico: invece di “Offriamo consulenza strategica personalizzata”, prova con “Non sai da dove partire con il tuo marketing? Te lo spieghiamo noi, senza paroloni.”

Se il tuo testo non emoziona, non chiarisce e non muove all’azione… non vende. E se non vende, è solo riempitivo digitale.

4. Il sito non si vede bene da mobile

Nel 2025 è inaccettabile avere un sito che non gira perfettamente su smartphone. Punto. E punto esclamativo, se serve.

Oltre il 70% degli utenti naviga da telefono. Questo significa che il primo contatto con il tuo brand è su uno schermo piccolo. E se il layout si rompe, i pulsanti sono microscopici, i testi illegibili o i form ingestibili… il tuo potenziale cliente chiude tutto e va da un competitor. E magari ci resta pure male: “Ma come, sembravano seri su Instagram!”

Un sito non responsive è un biglietto da visita strappato. Fa sembrare la tua azienda poco professionale, disorganizzata e indietro con i tempi. Tipo: “Questo ancora vive nel 2012.”

5. Il sito parla di te, ma non di loro

“Siamo leader nel settore…” “La nostra azienda nasce nel 1998…” Stop.

A Marco, il tuo cliente ideale, non interessa la tua storia finché non sa come puoi migliorare la sua. Vuole sapere se puoi risolvergli un problema, semplificargli la vita, aiutarlo a guadagnare di più o a perdere meno tempo.

Esempio: invece di “La nostra mission è offrire soluzioni di qualità”, prova con “Hai provato mille agenzie e nessuna ti ha portato risultati? Ti capiamo. Noi lavoriamo così: poche parole, tanti fatti.”

Un sito che parla solo di sé è un sito autoreferenziale. E l’autoreferenzialità non converte. Racconta chi sei solo dopo aver chiarito perché dovrebbero fidarsi di te. E fallo usando il loro linguaggio, non il tuo.

Come uscirne?

Ripensa il tuo sito come uno strumento, non una vetrina. Un alleato, non un biglietto da visita. Non un esercizio di stile, ma un canale strategico per raggiungere risultati.

Parti da una domanda: “Cosa vuole trovare Marco quando atterra qui?” Vuole certezze. Vuole risposte. Vuole sentirsi capito. Vuole vedere che dietro il sito c’è qualcuno che sa il fatto suo.

Se la risposta è chiara, tutto il resto si costruisce: struttura, testi, immagini, CTA, flussi, automazioni.

Un sito strategico non è solo bello. È progettato con una logica che porta l’utente dove vuoi tu. E ci arriva con naturalezza.

Vuoi farlo con chi lo fa di mestiere, ogni giorno, con risultati concreti?